Spazio Amici di Todeschini
Questa sezione è dedicata ai nostri affezionati Iscritti al Circolo, e la sua ragion d'essere, è proprio quella di dar loro voce con l'inserimento, in questo spazio, di personali articoli e contributi inerenti la Psicobiofisica, Todeschini, e altro.
Siamo quindi ben lieti di ospitare, fin da subito, gli elaborati che perverranno al nostro indirizzo di posta elettronica: staff@circolotodeschini.com.
Un grande ringraziamento anticipato a tutti da parte dello Staff.
MICHELE LEONARDI
Lettere aperte agli Amici del Circolo di PsicoBioFisica di Marco Todeschini
Considerazioni nel dopo della Teoria delle Apparenze del Todeschini
PER RICORDARLO PUBBLICHIAMO UNA LIRICA A LUI DEDICATA DEL POETA GIUSEPPE PRESTIA TRATTA DALLA RACCOLTA: "SINFONIA DELLA VITA"
Giuseppe Prestìa è nato a Gioiosa Jonica il 4 settembre 1939. Laureato in Lingue e Letterature Straniere e in Filosofia, ha insegnato per tantissimi anni. Ama la musica classica e la pittura ad olio. Suoi, infatti, sono i quadri che illustrano quasi sempre le poesie. Ha pubblicato: un saggio di Estetica (La via estetica al Mistero); un idillio (Vetalo e Almaira); cinque libri di poesia (Il canto del Tao, Sinfonia della vita, Voga di campane, I canti del Romito, Ultimi voli), e quattro romanzi (Da guerrigliero a poeta, L’artista, Verso il destino, Rocco Napoli)
Con tutto il cuore carissimi Antonio (La Gioia - n.d.r.) e Fiorenzo mi affretto a scrivere quello che ricordo del mio incontro con Todeschini, avvenuto a fine anno del 1978 nel suo studio “Ottocentesco” in via Fra Damiano 20, nella città di Bergamo.
Durante il nostro dialogo, che durò circa due o tre ore, Todeschini si aprì completamente, esternandomi anche delle confidenze come la lettura della mano da parte di una zingara che gli aveva profetizzato che la sua teoria sarebbe stata molto osteggiata ma alla fine avrebbe vinto. Il Nostro diede una certa enfasi a quell’evento perché la zingara non poteva sapere che fosse uno scienziato, tanto meno che fosse l’autore della Teoria per eccellenza. Mi chiedo ancora il perché questo gigante della conoscenza si era aperto a me con queste confidenze, e non so spiegarlo se non per il semplice particolare che all’epoca (avevo solo 21 anni) avevo una tale sete di conoscenza che Todeschini deve aver visto nei miei occhi, insieme a una purezza d’animo che deve averlo ingentilito nei miei confronti. Forse anche per via della lettera che avevo scritto un mese prima e che aveva toccato il suo cuore, tanto che mi battezzò nella sua risposta con queste parole: «Il Suo entusiasmo ed il Suo completo appagamento spirituale, filosofico e scientifico, così apertamente manifestatomi mi confermano che Ella è un acutissimo ingegno ed anche un animo di squisita bontà che anela il benessere umano». Sta di fatto che dopo l’incontro con lo scienziato bergamasco e dopo aver divorato i suoi capolavori mi convertii alla fisica, abbandonando il corso di studi di chimica-fisica teorica dell’Università di Torino per iscrivermi al corso di studi in Fisica dell’Università di Perugia. La mia amata chimica della quale avevo coltivato una febbrile passione da quando ero ancora un bambino venne sepolta dai nuovi studi in fisica, una passione ancora più grande verso i misteri dell’Universo. In fondo si trattava di passare dalla domanda “di cosa è fatto il Mondo” a quella di “come funziona il Mondo”, quali sono le sue leggi e la sua dinamica. Più tardi avrei fatto “l’ultimo salto”, quello di cavalcare gli innumerevoli “perché” che costellano l’esistente, "perché è proprio così e non diversamente", arrivando a bussare al portone di Platonopoli, così come veniva chiamata da Plotino la città ideale della Filosofia.
Ma torniamo al mio unico incontro con Todeschini. Parlò quasi ininterrottamente lui, come se mi aspettasse da tempo. Mi parlò in primo luogo delle rotonavi, con quelle vele cilindriche funzionanti ad effetto Magnus. Disse che contribuì a realizzarle e quello fu uno dei periodi di maggior successo della sua esistenza. Poi si mise ad approfondire l’effetto Magnus, con una serie di descrizioni sui vortici costituenti l’atomo, il sistema solare, la nostra galassia, l’Universo. Sì, perché per il nostro scienziato perfino l’Universo era nient’altro che un immenso vortice in cui gli ammassi di galassie giocavano il ruolo degli elettroni nei vortici atomici. Questo valeva naturalmente anche per le galassie, così come per i sistemi solari. Passò poi a confidarmi la faccenda del premio Nobel mancato. Diceva: «Se io avessi accettato di eliminare di netto la parte spirituale dell’Opera a quest’ora sarei un Premio Nobel».
Nello spiegarmi i dettagli dell’accaduto, che combaciano esattamente con le ricerche del nostro Fiorenzo, mi faceva notare che non si era mai pentito di non essersi piegato al materialismo della Scienza Accademica dell’epoca: gli svedesi non potevano accettare lo scandalo di una scienza che potesse arrivare ad inglobare al suo interno l’ala spiritualista, con tanto di dimostrazioni scientifiche dell’esistenza dell’anima.
In effetti nessuno ci aveva mai pensato da Galileo in poi, tranne Cartesio, il cui tentativo fallì per un attacco subito per ragioni politiche e settarie, tanto che venne assassinato, portando nella tomba la sua rivoluzionaria sintesi cosmica pre-todeschiniana fatta anch’essa di vortici eterici, di dettagli anatomici e neurofisiologici del corpo umano, di un’unificazione di tutte le forze per eliminarle alla radice e far brillare la realtà dell’anima spirituale.
In effetti si tratta di una scoperta sconcertante quella fatta da Todeschini e che Cartesio aveva previsto e immaginato. Con la morte del filosofo francese la Scienza venne indirizzata da Galileo prima e da Newton poi verso un programma di ricerca (per usare un termine caro a Lakatos) di stampo materialista. Possiamo adesso affermare, col senno del poi, che con la scomparsa di Cartesio esce di scena la parte spiritualista della filosofia e della… Scienza! La Scienza percorre il filone di Leucippo e Democrito, dimenticando che per attivare la ricerca "del fuori” bisogna fare nel contempo ricerca “del dentro”: senza capire l’osservatore diventa chimerico pensare di comprendere l’osservato. Lo scienziato capì fin da subito che la soluzione dettata da Democrito era una “soluzione a metà”, incapace di poter andare avanti nella ricerca, come ho dimostrato io nella mia tesi di laurea in filosofia. Per cui dovette inserire dentro il calderone democriteo anche la melassa di Empedocle: le forze. Quello che sto cercando di dire è che la fisica galileiano-newtoniana è andata avanti fino ad oggi perché provvista di un asso nella manica: la forza. Ma se il concetto di forza dovesse cadere (come era successo con Cartesio e succederà poi con Todeschini) allora la scienza si troverà monca. Non avrà più la sua bacchetta magica per creare le PEP (Proiezioni Eso Psichiche, come le chiamo io). Non potrà più dire che la scossa elettrica è tale perché esiste l’elettricità, così come non diciamo più da due secoli che l’argento brilla perché intriso di flogisto. In una fisica unifenomenica tutte le luci del mondo si oscurano di colpo. Le stelle non possono più brillare perché la luce è solo una vibrazione eterica, così come il suono è una vibrazione dell’aria. Allora viene fuori la necessità di comprendere l’uomo, l’essere percipiente. Di scavare dentro di esso e scorgere in esso il potere della luce, del suono, dell’olfatto, dei sapori, del tatto e della sensazione di forza. E’ l’anima che converte la quantità in qualità. I neuroni non possono essere, perché composti da vortici di etere. Se tutto il mondo fuori è etere allora dentro di me c’é quella bacchetta magica che mi fa vedere, percepire, capire, avere coscienza, libertà, volontà… in una parola: la res cogitans ! Si tratta della più grande scoperta di ogni tempo e la missione ultima di quella che noi chiamiamo Scienza.
Per questo il nome di Todeschini sarà ricordato in eterno. Non semplicemente per aver tentato di spiegare il meccanismo eterico, il retroscena di ogni elemento fenomenologico, ma per aver intuito (attenzione: si tratta di un’intuizione elevatissima) che una sola sostanza cosmica e primordiale porta alla fine dell’emergentismo e alla nascita dello spiritualismo.
Vi saluto, col ricordo vivo di Marco Todeschini.
R.V.M.
I vortici toroidali:
materia, gravità e coscienza
(alla memoria di Viktor Schauberger, 1885-1958)
Questo breve saggio si prefigge di descrivere le modalità secondo le quali gli elementi materici e spirituali sono collegati tra loro nell‟Universo, sia fisicamente che semanticamente. Per attuare questo proposito sarà necessario riconsiderare alcune visioni consolidate della fisica nucleare, dell‟elettrologia e della meccanica, partendo dal quinto elemento cristallino indicato da Platone e prima di lui nelle conoscenze yogiche della cultura vedica, cioè dalla sostanza alla base di tutto il mondo fisico e metafisico: l‟etere.
Georges Lakhovsky
e le onde per curare
Questo articolo vuole rendere giustizia ad uno tra i tanti scienziati e ricercatori vissuti all‟inizio del XX secolo che in un epoca di vivissimo interesse per le scienze hanno dedicato la loro esistenza alla scoperta dei segreti dell‟universo, approdando a tali risultati straordinari, inspiegabilmente rimossi da una parte della comunità scientifica stessa, e che a conoscerli oggi appaiono come un sogno essendo essi approdati a soluzioni certe e comprovate, in campo energetico, medico, ecc, e che invece si ritrovano ancor oggi ad essere oggetto di ricerca e dibattito, quasi come se un sortilegio avesse voluto cancellare il dono di geniali intuizioni già sorte a servizio dell‟umanità.
Tra i molti “amici di Todeschini”, che scrivono al nostro Sito, abbiamo avuto il piacere di conoscere Fabio Mosca, che ci ha reso noti i suoi esperimenti intesi a rilevare e rivelare l’etere, formulando su di esso una originale teoria in merito ai suoi movimenti e le sue proprietà.
Sappiamo tutti quanto si è combattuto, ed ancora si combatte, su questo argomento, indissolubilmente legato alla relatività einsteniana; e quanto il dibattito sulla sua esistenza si mantenga vivo ed attuale, nonostante il fermo rifiuto della scienza accademica (Marco Todeschini ne è un chiaro e sintomatico esempio).
Visti gli scopi che il nostro Sito persegue e cioè di essere un Circolo aperto a tutte quelle persone che hanno interessi ed attività in comune alla scienza todeschiniana, e poterne così su di essa discutere, farne oggetto di confronti costruttivi, condividerne o meno argomenti ed esperienze in tutti i suoi aspetti, ben volentieri proponiamo ai nostri lettori quanto Fabio Mosca ci ha autorizzati a divulgare dei suoi esperimenti e teorie.
La lettura di questo lavoro ci porta immediatamente alla considerazione di una rappresentazione scientifica dell’universo molto affine a quella del nostro Todeschini, condividendone, infatti, l’idea basilare stessa dei “vortici d’etere”.
Questo aspetto, esprime perciò un’ulteriore e possibile prova della validità delle teorie del Todeschini stesso, convincendoci ancor più sulle concrete e meritorie ragioni di questa dovuta ed interessante divulgazione.
Un'idea originale di interazione di base.
Un grande Amico del Circolo e di Todeschini, ci ha inviato parte di un proprio lavoro che reputiamo essere senz'altro degno di pubblicazione e della "nostra" massima attenzione.
Il lavoro in questione, verte, sostanzialmente, su una "nuova teoria" cosmogonica, presentata sotto forma di fiaba, con nomi e personaggi di fantasia, che però si riferiscono a cose e scienziati reali.
Cliccando nell'immagine sottostante, si può accedere quindi ai contenuti di questa nuova interessante teoria.
(giusto per dargli un titolo)
Il dott. Gottardo Buccirossi, ci ha fatto l’onore di inviarci un interessante saggio scientifico-filosofico che analizza alcune questioni fondamentali della fisica contemporanea. inclusa la relatività einsteniana, ponendosi, rispetto ad essa, in una posizione critica nel discutere di elettromagnetismo, gravitazione, spazio-tempo, etere, ecc..
L’autore ci ha autorizzato a pubblicare questo suo lavoro che noi volentieri mettiamo a disposizione di tutti gli "Amici di Todeschini", trovando in esso molti spunti e pensieri analoghi a quanto contenuto nella “Teoria delle Apparenze”, soprattutto per quanto riguarda i paragrafi dedicati all’esperimento Michelson-Morley e la relatività delle apparenze rispetto alla realtà dei fenomeni.
Ringraziamo il dott. Buccirossi per la sua gentile concessione e i nostri lettori per eventuali riscontri e commenti che ci auguriamo numerosi.
Leggiamo soltanto ora in rete della improvvisa scomparsa di DOMENICO MARINO, Membro al merito dell’Accademia Internazionale di Psicobiofisica e Direttore Regionale per la Sicilia del Centro omonimo.
Nato a Palermo il 21 gennaio 1932, laureato in legge con il massimo dei voti e la lode in giurisprudenza, ha avuto l'onore di ricevere una Laurea Honoris Causa nella facoltà di “psicobiofisica" rilasciategli da una Università Americana dell'Ohio. Negli anni settanta fu nominato Accademico Emerito dell'Accademia Teatina delle Scienze ed è stato altresì autore di un paio di pubblicazioni sulla Teorie delle Apparenze dell'Ing. Todeschini dal titolo “Prove sperimentali della Teoria delle Apparenze di Todeschini” – 1941 edizioni C.E.B. – Chieti e “La Scienza del Terzo Millennio” – 1976 – Arti Grafiche Privitera - Roma. Acuto ingegno eclettico oltre che appassionato studioso di radiotecnica e psicobiofisica ha coltivato a fondo anche studi di filosofia, teologia e psicologia, pubblicando recentemente un bellissimo saggio dal titolo “La Rivincita del Cristianesimo” - editore Lulu.com. Ha iniziato l'attività radioamatoriale nel 1950 in seno al Radio Club Amatori e diventando Socio della Associazione Radioamatori Italiani nel 1953 nonché membro onorario del Deutsche A. Radio Club. I suoi studi sulle bande alte lo portarono a brevettare una Antenna a spirale nelle bande alte (ad altissimo guadagno) che non ebbe la dovuta attenzione e alcuna commercializzazione. E'stato cofondatore della Sezione A.R.I. di Palermo nella quale ha ricoperto le cariche di Segretario e di Presidente. Negli anni sessanta è stato redattore della Rubrica "Com'èl DX" pubblicata su Radio Rivista. Ha effettuato per un ventennio studi sulla propagazione delle onde radio, con oltre 60000 collegamenti bilaterali con tutti i paesi del mondo, nelle diverse bande di frequenza assegnate, classificandosi ai primi posti della prestigiosa graduatoria mondiale della American Radio Relay League.
La sua precoce cecità non gli permise di continuare gli studi di Psicobiofisica e dell'attività radiantisica che lo costrinse a rinunciare alla sua qualità di Socio dell'ARI, rivestita per circa 35 anni.
Alcune rivelazioni divine avute da una veggente negli anni '40 del '900 che ci sono state indicate da un nostro amico todeschiniano; é curioso quanto scrive relativamente al cosmo....
Ben volentieri siamo a pubblicare un articolo del nostro grande e stimato Amico di Todeschini: Vincenzo Troilo, autore di diversi libri in cui tratta la Psicobiofisica associandola alla disciplina Vedanta indiana. Vincenzo ha conosciuto personalmente Todeschini e con questo suo lavoro desidera proporre una specie di dialogo postumo, nel quale dar forza sia alla scienza todeschiniana appunto, che alla religione vedanta indiana (leggi Sai Baba, recentemente scomparso).