Materiali - 4

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LA “CONCEZIONE FINALISTICA” IN FANTAPPIE’ E TODESCHINI

Ambedue attraverso percorsi diversi, giungono a riconoscere che la Natura è dominata da una Intelligenza Superiore avente un preciso scopo finalistico non causale o probabilistico.

Luigi Fantappié, matematico illustre, particolarmente interessato allo sviluppo di modelli di unità del sapere, nella conferenza tenuta a Roma nel 1947, che presentiamo in questo fascicolo, offre una sintesi personale della sua visione unitaria del mondo, tesa alla rivalutazione dei principi finalistici (guidata dal riconoscimento dei fenomeni sintropici), che fa guadagnare unità e coerenza al reale, aprendo la scienza al discorso sul fondamento e su Dio.

Allo stesso modo, Marco Todeschini, scienziato poliedrico, autore della “Teoria delle Apparenze – Spazio-Dinamica e Psico-Bio-Fisica” attraverso la quale giunge ad unificare tutti i fenomeni fisici, biologici e psichici in una equivalente visione unitaria del Creato, dà le dimostrazioni scientifiche dell’esistenza del mondo spirituale, dell’anima umana e di Dio.

Ambedue le concezioni, quindi, portano in evidenza la “concezione finalistica” propria della Natura, che ne caratterizza, oltre alle proprietà già conosciute di “entropia” (principio causale dei fenomeni), anche quelle opposte di “sintropia” (principio di finalità), che sono alla base dello sviluppo degli esseri viventi e che necessitano di una Intelligenza Superiore (Dio).