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Dei molti scienziati e studiosi, appassionati della “Teoria delle Apparenze” di Marco Todeschini, certamente qualcuno si è distinto per impegno e per approfondimento di quella che è stata definita la “Scienza Cosmica Universale”.

Uno di questi, e certamente non il meno importante, fu il Generale Emmanuele Borgognone di Bergamo. Egli, profondo conoscitore della Elettrotecnica, scoprendo quanto Todeschini andava proponendo con i suoi studi per la revisione della Fisica, subendone il fascino, si propose di verificarne le asserzioni sui banchi di prova delle esperienze sperimentali.

Dopo aver verificato che le scoperte di Todeschini corrispondevano alle realtà fisico-sperimentali, volle conoscerlo personalmente, inaugurando in tal modo una profonda e duratura amicizia che portò, fra le altre cose, alla pubblicazione del libro “LA REALTA’ FISICA DEI FENOMENI ELETTRICI, MAGNETICI, LUMINOSI”, nel quale riportò fedelmente le sue esperienze teoriche e sperimentali a sostegno della nuova futura Scienza Universale.

Di questo libro proponiamo due capitoli significativi nei quali i riferimenti alla “Teoria delle Apparenze” assumono una valenza significativa.

Crisi, riforma ed unificazione delle scienze fisiche.

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Negli anni '60 ancora si pubblicava la rivista internazionale "Sophia" (rassegna critica di filosofia e storia della filosofia - Casa Editrice CEDAM di Padova), fondata e diretta dal filosofo di chiara fama prof. Carmelo Ottaviano.
Egli, convinto sostenitore della scienza cosmica unitaria dell'ingegner Marco Todeschini, in varie occasioni, ebbe modo di pubblicare, articoli, commenti e recensioni riguardanti tale teoria scientifica.
Quanto proponiamo in questa sede è appunto uno di quegli articoli, scritto dallo stesso Todeschini, in occasione della pubblicazione, per la CEDAM, di un libro di Massimo Rocca dal titolo "le incertezze della scienza moderna", con prefazione del prof. Carmelo Ottaviano, dal quale il Todeschini prende spunto per illustrare sinteticamente il suo pensiero scientifico.

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Tratto dal volume: EINSTEIN O TODESCHINI? Qual'è la chiave dell'universo?

Stampato in Bergamo intorno all'anno 1956 a cura del <movimento PsicoBioFisico S. Marco, riporta una parte di quanto contenuto nel capitolo: "Revisione delle basi sperimentali e teoriche della fisica moderna" che illustra in maniera esaustiva quanto esposto da Marco Todeschini in seduta plenaria all'Ateneo di Scienze e Lettere di Bergamo il 21 dicembre del 1956.

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Il Capitolo X° della Teoria delle Apparenze qui riportato è di questa Teoria una parte di fondamentale importanza in quanto rappresenta il "ponte" tra la parte fisica e la parte biofisica, caratterizzandone una connotazione particolarmente rivoluzionaria.

La concezione del "tempo" espressa dallo scienziato Julian Barbour (2012) e quella elaborata da Todeschini (1949) nella "Teoria della Apparenze".

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Dagli Atti dell'Ateneo di Scienze Lettere ed Arti di Bergamo - volume XXXI - 1962

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Il volume “PSICOBIOFISICA” di Marco Todeschini è una miniera di concetti scientifici e filosofici nella quale scavando giorno per giorno si può trovare spesso qualche gemma di grande valore. Una di queste è rappresentata dal Capitolo XII del libro, intitolato “Relazioni sulla Psicobiofisica”, nel quale viene descritta questa nuova scienza nella sua genesi e nella sua capacità di risolvere i misteri del Creato in maniera compiuta ed esaustiva.

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Relatività einsteniana o psicobiofisica?

Mentre la prima stabilisce che non è possibile determinare un sistema di riferimento assoluto al quale riferire i moti della materia, la seconda, invece, dice che il sistema di riferimento dei moti della materia, essendo legato all'osservatore, è l'uomo stesso.

In questo documento proponiamo quanto Todeschini scrisse a sostegno di questo rivoluzionario pensiero scientifico.